sabato 8 febbraio 2014

"Quando viaggi, ricorda che uno stato straniero non è creato per metterti a tuo agio. È creato per mettere il suo popolo a proprio agio”

Dopo essermi ritrovata catapultata in una casa che non è la mia, con del cibo che non è il mio,  in una città che non conosco e dopo aver incontrato diverse difficoltà dovute soprattutto alla mia scarsa conoscenza della lingua  francese, ma anche alla mia scarsa conoscenza dell'idiozia francese, è arrivato il momento di trovare i lati positivi!
E' sabato e decido difare un giretto in città alla ricerca di elementi antropologicamente interessanti da osservare.
Ho mangiato anche un dolcetto e mi sento meno acida, ma non al punto tale da chiamarlo dessert.
La cosa che balza all'occhio subito è che non ci sono macchine estere, dove per estere non intendo con targa estera ma di marca non francese.  
E dopo aver timbrato il mio bell'abbonamento del tram (continuo a non capire a cosa serva timbrarlo!) arrivo nel cuore di questa cittadina pedemontana.
Mi dirigo al museo della città, niente di eccezionale, ma sono francesi, cioè quelli che hanno fatto di un ammasso di ferraglia il monumento nazionale!
C'è un percorso cronologico da seguire che va dall'antico Egitto passando dai Romani fino ad arrivare al Novecento e alle opere, per me spesso incomprensibili, degli artisti contemporanei.
Ovviamente le indicazioni a margine delle opere sono esclusivamente in francese, ma le endorfine del dolcetto sembrano non farmelo notare.
Spostandomi da una sala all'altra noto dei bambini intenti a disegnare, colorare e ritagliare tutti in ordine e in silenzio.
Quasi in ogni sala ci sono degli spazi dove, con l'aiuto di un assistente, i bambini possono elaborare la loro percezione delle opere oppure è solo una chimera degli adulti e loro semplicemente giocano ignari.
I bambini, per me, sono tutti belli sempre, di qualunque parte del mondo siano ma bambini così composti ed educati in un museo italiano non li ho mai visti!
Dopo aver visto librerie affollate (anche se potrebbero anche stare comprando libri di Fabio Volò) e perfino vecchietti armeggiare con disinvoltura con smartphone, distributori e casse automatiche devo tristemente ammettere che in Italia c'è un analfabetismo funzionale, cioè tutti sanno tecnicamente leggere e scrivere (e meno male..), ma molti sono incapaci di utilizzare queste abilità  verso le nuove tecnologie (che non vuol dire spettegolare su facebook) oltre a essere, in generale, scarsamente acculturati.
E meno male che dovrebbe essere l'Italia il paese della cultura.
Mah!
Continuando la mia passeggiata ho notato una cosa che mi ha dato molto fastidio: disseminate per la città ci sono delle targhe a ricordare i caduti della seconda guerra mondiale, ma come responsabili della loro morte sono indicati i tedeschi e non i nazifascisti: è come prendersela con i siciliani e non con i mafiosi per la morte di Falcone e Borsellino.
La città è piena di attenzioni per i bambini, ma anche per i cani
A me non piacciono né i cani  né la loro antropomorfizzazione.
Questo però è un problema mio...Io se leggo sulla porta di un ristorante "Qui posso entrare" sotto la sagoma di un cane penso che lì non entrerò io!
Ma per gli animali d'affezione (definizione legislativa)  tutto il mondo è paese!
E così come non sopporto l'umanizzazione dei cani in Italia, dove i proprietari si elevano a mamma e papà dell'animale e lo trattano come un infante, non la sopporto nemmeno in Francia, anche se c'è da dire che almeno qui si riesce a camminare senza il rischio di calpestare qualche ricordo canino...

Ora corro a fare la spesa perché qui i negozi chiudono presto e la domenica sono chiusi...avranno imparato dai cugini anconetani?

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