E’ estate, il caldo ha una tenacia indifferente alla mia insofferenza.
Tornare a casa è guardare il mare, custode del silenzio di certe mattine di luglio, che mi regala la possibilità di una prospettiva capace di ridimensionare le cose.
Il luccicore negli occhi di mio padre, quell'impercettibile movimento dell'angolo della bocca di mia madre, che si alza e, senza volerlo, sorride, racchiudono la sensazione di “tutto a posto”.
E ho voglia di graffettarla al resto per non perderla e salvaguardare la vita in costante disequilibrio tra le scelte e i desideri.
Intrecciamo mondi di parole superflue ma l’essenziale è negli abbracci stretti di mia sorella che ogni volta che parto sembra che vado in guerra.
Vi voglio bene
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