mercoledì 23 novembre 2016

"La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto"

A Milano è iniziata la stagione delle piogge.
Ho capito il motivo dell'alta produttività dei milanesi e della loro fissazione per il lavoro: che alternative hanno al lavoro se fuori è grigio e freddo e piove? 
Come dice sempre mia mamma, la parola è d'argento ma il silenzio è d'oro.
Ma siccome io seguo i consigli che mi danno solo se corrispondono alle decisioni che ho già preso, non sto zitta e scrivo usando questo blog come valvola di sfogo.
Mai visto così tanta gente vivere fuori dalla lealtà. 
L'adulazione fallace e la falsità ipocrita che riempiono i nostri uffici mi fanno venire la nausea. 
Il proliferare dei falsi validi che occupano posizioni di rilievo mi provoca l'orticaria.
C'è troppa gente che si occupa solo di gestione strategica dell’ego degli altri tramite elogio cross-mediale del loro operato.
E poi ci lamentiamo del lavoro che non c'è e delle cose che non funzionano?
Dovrebbero imparare tutti ad affrontare la vita come facevano i romani nella suburra: tenendo alta la toga per non sporcarla.
Io voglio rimanere pulita. Voglio avere fiducia nel prossimo. 
Voglio la meritocrazia, ma veramente. Voglio la leggerezza dei miei (quasi) 30 anni. Voglio la purezza degli ideali con i quali sono cresciuta. 
Voglio perdere tempo senza sprecare nemmeno un minuto
Come diceva Pablo Neruda: "Lentamente muore chi non abbandona la certezza per l’incertezza di inseguire un sogno."
La ricerca dell’essenziale, il ritorno alle origini e a una condizione di originaria fragilità.
Io e la mia voglia di perdermi da qualche parte in giro per il mondo.
O di far naufragio negli occhi di una persona speciale.
Tornare ad essere fragili, inermi, com'era in origine.
Mi manca il mare. 
Non il caldo, l’estate, la sabbia bollente, i castelli, i tuffi, i libri sotto l’ombrellone e la spensieratezza delle vacanze.
Mi manca proprio il mare, adesso, d’inverno, d’autunno, in primavera, sempre.
Mi manca quello spettacolo luccicante e maestoso.
Mi manca averlo di fronte tutti i giorni, credo che chi è nato con il mare dentro gli occhi e fuori dalla finestra, abbia una testa diversa da tutti gli altri, perché l’orizzonte del mare consente pensieri liberi e infiniti, cura le vertigini e l'horror vacui, regala un senso di appartenenza e rimette tutto nelle giuste proporzioni.










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