Voglio scrivere.
Voglio scrivere una storia.
Una storia della strada, una delle tante strade possibili.
Una strada stretta, con tante curve, tutta la strada che ho fatto per tornare al punto da dove ero partita,
ma con un panorama mozzafiato.
Tutte le strade, anche le più isolate hanno un vento che le accompagna.
Mi piace l'idea di avere un riparo da qualunque avversità e uno sprone a non cedere alla mia indolenza.
Voglio spolverare una torta e spolverare la mia camera.
Voglio l'enantiosemia di sbarrare gli occhi mentre mi sbarrano le porte.
Voglio stabilire una meta.
Provo a chiederlo all'aria e a quei comignoli, tutti uguali, che sfacciati puntano verso il cielo.
Quasi lassù ci fosse qualcosa da fare.
Voglio una bussola.Voglio un manuale.
Voglio scrivere un manuale sulle bussole.
La bussola serve solo se l’ago funziona.
Voglio stabilire la meta. Che sia a sud.
Voglio colorare i pensieri e scrivere parole.
Parole diverse, parole vive, lontane dalle parole nascoste in qualche anima chiusa nel suo mondo piccolo, illusa di aver centrato il bersaglio.
Il mare ha tante onde e non finisce all'orizzonte.
Questione di attimi e di prospettive.
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